Leonardo Sciascia - Il giorno della civetta

Lo spazio dedicato agli autori siciliani, questo mese è riservato al grande Leonardo Sciascia. Per due motivi: quest'anno ricorre il centenario della nascita e sessant'anni fa usciva il suo celeberrimo romanzo "Il giorno della civetta", pubblicato da Einaudi.

Così gli scriveva Calvino, riferendosi ai primi due gialli scritti da Sciascia:"La commedia di carattere e la saggistica storica-letteraria-sociologica trovano un punto di fusione di cui tu solo, nella narrativa d'oggi, possiedi la formula". E certo Calvino di letteratura se ne intendeva! Aveva capito che Sciascia inaugurava una nuova stagione del giallo italiano contemporaneo, non solo nella scelta del tema sempre di impegno civile, ma anche nell'asciuttezza dello stile, risultato di una faticosa opera del "cavare", cioè eliminare gli orpelli e consegnare una storia che nella sua brevità (poco più di cento pagine) colpisse per lasciare il segno. Insomma, non è importante il peso "fisico" di un libro, ma è importante il peso delle sue parole. 

Nessun cedimento alla ridondanza, al compiacimento di una prosa "vellutata", trascinante, ma solo significato profondo del  messaggio, lungimirante e teso alla denuncia di una "cancrena" scoiale a cui bisognava rimediare in modo drastico e soprattutto realistico. La sua visione "illuministica" del mondo, con i suoi mali che andava a scovare per porvi rimedio, era la sua  stella polare che gli permetteva di essere coerentemente coraggioso, amante della verità e della giustizia, pur se i suoi personaggi  rivelano che "la realtà non sempre è osservabile in maniera obiettiva, e spesso è un insieme inestricabile di verità e menzogna." Sciascia è voce dissonante e in essa si riconosce la grande letteratura.

Tanto dissonante che ancora la sua parola scritta per molti è scomoda, perchè è scomoda la verità che rappresenta, e lo dimostra il fatto che, a oggi, in questo centenario, per quanto io ne sappia, poche sono le iniziative di un certo interesse dedicate a Sciascia, tranne qualche cerimonia che odora di incensamento inderogabile, tranne lo spazio dedicato dalla testata "La repubblica" all'autore e alle sue opere pubblicate per l'occasione. Sciascia  meriterebbe di più. Certamente merita di essere letto per riverenza e soprattutto per riconoscenza. A partire da noi siciliani.

Pippo Lombardo

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