Adele Gloria, l'unica artista futurista siciliana
di Pippo Lombardo
Ancora agli inizi del '900 non era facile per una donna intraprendere la carriera di artista, nonostante già la storia dell'arte annoverasse artiste contemporanee anche di fama come Angelica Kauffmann, Mary Moser, Berthe Morisot, Mary Cassat, Marie Bracquemond, Louise Abbema, Jenny Zillhardt. Ancor più difficile era per una donna del sud, della Sicilia. Eppure Adele Gloria (Catania 1910 - Roma 1984) già a soli 23 anni si mise in evidenza nel panorama artistico della sua città con la poesia "Zingara" , declamata da Marinetti in persona che nel 1933 si trovava proprio a Catania e che, avedone apprezzato le doti artistiche, le offrì la possibilità di scrivere per la rivista "Futurismo". Questo fu l'avvio ufficiale del percorso artistico di Adele, che conosceva futuristi siciliani come Giacomo Etna, Giulio D'Anna, Guglielmo Jannelli.
Nello stesso anno partecipa come pittrice futurista a una mostra al Palazzo Ducale di Mantova con ben quattro opere che attirano l'attenzione di pubblico e critica: Tormento di seminarista, Carcere, Città addormentata, Emozioni di velocità. Da qui prendono il via le sue numerose partecipazioni ad altre manifestazioni importanti come: "Omaggio futurista a Umberto Boccioni" a Milano, presso la Galleria Pesaro, con Carcere a Milano; Prima Mostra Nazionale d’Arte Futurista con Ammaliatore, Idillio, Ritmo + Balbo = Velocità, Tennis; Mostra di aeropittura e d’arte sacra di Palermo. Alla II Quadriennale di Roma partecipa con il suo quadro più famoso Zanzur dall'alto, del 1935, e poi espone anche alla Prima mostra femminile del GUF di Catania. Nel 1934 pubblica la raccolta di liriche F.F.S.S. “89” Direttissimo, presso le edizioni Glory Publishing Company del fratello Alberto Maria.
Dal 1934 al 1939 prende parte alle Mostre del Sindacato Siciliano Belle Arti. In questo periodo comincia a dedicarsi anche alla scultura, producendo statue e bassorilievi con l'uso della pietra di Comiso o del gesso patinato, e intensifica la sua attività di artista trasferendosi a Roma, dove si dedica al disegno di moda, firmandosi come Clelia, Delia, Gloria e per qualche tempo scrive per una rubrica di moda sul quotidiano catanese Il popolo di Sicilia. Poi nel 1941 si sposa con un noto giornalista sportivo, firma del Messaggero, Rizieri Grandi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si dedica a una pittura astratta. Adele Gloria muore a Roma nel 1984, nella sua casa di Cinecittà, quasi dimenticata da tutti.
Purtroppo a oggi non esiste uno studio organico riguardo a questa artista futurista siciliana, che fu poetessa, fotografa, pittrice, scultrice e giornalista, che meriterebbe maggiore attenzione, e di cui si reperisce solo qua e là qualche notizia in qualche articolo su internet o in qualche pubblicazione che riguarda il Futurismo, come nel caso de "Il futurismo in Sicilia e la poetessa catanese Adele Gloria", di Santi Correnti del 1990. Qua e là su diversi siti si possono rintracciare anche alcune foto di suoi quadri, molti dei quali purtroppo sono andati dispersi, destino condiviso anche dalle sue sculture.
Su Adele Gloria, quindi, ci sarebbe ancora molto da dire oltre quanto è stato detto da studiose come Marina Bentivoglio, Anna Maria Ruta, Maria Antonietta Trasforini, che la citano in loro pubblicazioni che riguardano donne artiste, intellettuali che hanno lasciato traccia con il loro operato. Insomma, Adele Gloria è un personaggio tutto da riscoprire.
Qui di seguito una sua poesia che si trova in diversi siti.
L’Etna delinquente - di Adele Gloria
La vetta delinquente
Il cielo
per la ferita
della vetta aguzza del monte
sanguina
e la bambagia
bianca
s’inumidisce di rosso.
Il lividore della morte
striscia piano piano
assaporando
il tattilismo aereo
delle carni azzurrine
e il mare
che riflette la pietà per il cielo
s’intristisce.
Invano
le torri e i campanili
si tendono
in spasmodico slancio;
esso agonizza
e travolge
travolge
colla sua grigia agonia
tutte le cose.
Il cielo morirà.