Intermezzo – Sally Rooney
di Carla D'Agristina
“Non sempre funziona, ma faccio del mio meglio. Vedi come va. Continua comunque a vivere.”
Intermezzo - s. m.
Intervallo, spazio di tempo che serve di pausa tra un atto e l’altro d’una rappresentazione teatrale o d’uno spettacolo in genere. b. non com. Con sign. più generico, pausa, intervallo in un’azione.(Treccani)
Intermezzo è, secondo me, il romanzo più riuscito di Rooney, il più maturo, il più intenso e commovente. L’autrice aveva già conquistato il pubblico con i romanzi precedenti, in particolare con “Persone normali”, da cui è anche stata tratta una serie tv. Tuttavia, in questo caso, si nota una grande evoluzione, sia nello stile che nella costruzione narrativa. E il fatto che Rooney sia ormai divenuta un vero e proprio caso editoriale, tanto che ogni suo nuovo libro è atteso davvero con grande hype da tutta Europa, è dovuto proprio al talento che ha nel raccontare le nuove generazioni, specialmente la Millennial, con una freschezza e un'autenticità che nessun altro autore o autrice della contemporaneità sa fare, proprio perché lei ne è parte, e riesce quindi a comprendere appieno i disagi e le difficoltà che i ventenni/trentenni di quest'epoca stanno vivendo. Stiamo vivendo.
Partendo dal titolo: Intermezzo racconta l'intervallo di tempo che intercorre tra la morte del padre di Ivan e Peter, i due protagonisti in conflitto tra loro, e il loro tornare alla vita "normale". L'intervallo corrisponde al loro lutto.
Cosa accade in momenti come questi? Si perde se stessi, si perde il senso delle cose. Eppure, la vita va avanti e le cose continuano ad accadere, alcune in modo del tutto inaspettato. Come le due donne che incontrano: Margaret per Ivan, Naomi per Peter; Peter che, tra l'altro, vive già una situazione complicata con Sylvia, un amore unico nel suo genere.
E cosa fare di fronte all'inatteso? Si agisce. Bene? Male? Non sta a noi giudicare. Noi non facciamo altro che entrare nella testa di questi personaggi (specialmente di Ivan, Peter e Margaret), attraverso un cambio di punti di vista, e venire risucchiat* dal vortice dei loro pensieri, tramite una scelta stilistica che spesso strizza l'occhio al flusso di coscienza. I pensieri dei personaggi indagano temi sia contemporanei che universali, come la perdita in senso lato, il non detto, l'overthinking , i nostri dubbi sul dire o non dire certe cose, l'etichetta sociale.
Ma, soprattutto, l'amore. Rooney racconta l'amore come piace a me. Non è mai smielata, mai retorica. È intensa, delicata quando serve, coinvolgente. L'amore che va oltre il sesso, l'amore mentale, profondamente spirituale. Questo si vede soprattutto nel rapporto tra Peter e Sylvia, proprio perché viene a mancare l'aspetto sessuale (per motivi legati alla salute della donna), e quindi è tutto molto più complicato ma, allo stesso tempo, profondo, di complicità, di appartenenza.
L'amore è anche desiderio, come quello tra Ivan e Margaret, tra Peter e Naomi. A Rooney piace molto giocare di simmetrie, di chiasmi. E qui ne troviamo parecchi. È tutto un gioco di specchi ben congegnato, mai artificioso, anzi; ti piace proprio trovare e incastrare tutti i pezzi del puzzle. O, come in questo caso, della scacchiera, visto che gli scacchi fanno parte della narrazione.
Ma l'amore di cui parla l'autrice, in questo caso, va ancora oltre. È l'amore che ci tiene legati gli uni agli altri, che ci porta a prenderci cura degli altri, spesso più di quanto curiamo noi stessi. È ciò che caratterizza le nostre vite, ciò che dà loro forma. E va vissuto ora, nel presente, così come capita, con chi capita. Perché è inutile star dietro a ciò che dice o pensa la società.
Peter e Naomi/Ivan e Margaret hanno in un comune un'importante differenza di età, specialmente nel secondo rapporto, in cui Margaret ha circa dieci anni in più di Ivan. Per lei questo sarà motivo di enorme frustrazione, perché dovrà fare i conti, in quanto donna e in quanto donna separata, col giudizio della gente, incluso quello della madre, nonostante lei appaia molto forte, nonostante sia separata perché il marito era un alcolista.
Io ho amato molto il personaggio di Margaret, è il mio preferito, proprio perché anche lei, come Ivan e Peter, è in una fase di intermezzo tra la fine di una relazione e la sua nuova vita. La trovo, come anche Sylvia, una donna molto matura, molto affascinante, soprattutto molto combattiva, visto che dovrà lottare contro ciò che non è ritenuto "normale", come la sua relazione con Ivan.
Ma cosa è la normalità? Chi è normale? È questo l'altro grande tema del libro. Peter, che incasella tutto perfettamente nella sua vita, nelle sue relazioni, non fa altro che nascondere la propria fragilità. E solo con Sylvia riesce veramente a mostrarsi per ciò che è davvero. Il rapporto con lei è straordinario, io li ho amati tantissimo, a differenza di Naomi, che trovo l'unico punto debole del romanzo.
Credo si sia capito abbondantemente che ho amato questo libro, che è il mio libro preferito di questo 2024, forse perché anche io sono in una fase di intermezzo, quindi ci sono entrata davvero dentro.
Nessuno è normale, ma tutti abbiamo bisogno d'amore.
“È complicato, ma tutti loro, nel bene e nel male, si vogliono bene e hanno bisogno gli uni degli altri. Un viluppo inestricabile. Una ragnatela ingarbugliata.”