23/05/2021

Dante. Il nostro spazio esiguo non ha certo la pretesa di raggruppare nemmeno qualche parola per un grandissimo scrittore per il quale sono stati versati e si versano ancora fiumi e fiumi di inchiostro. Ma dedicare un'attenzione speciale che sia alla nostra portata, è un'impresa che vale la pena affrontare.  Tutto in occasione del VII centenario della morte del Sommo Poeta, per il quale  celebrazioni magnifiche, e in ogni luogo della Terra,  si sono svolte e si svolgeranno nell'arco di questo anno. 

Ma da italiani orgogliosissimi di questo nostro ambasciatore pregiatissimo, conosciuto in ogni angolo del mondo, vogliamo aggiungere il nostro umile contributo. L'altra occasione, infatti, è data dal fatto che Dante è nato a maggio, almeno secondo la tradizione più accreditata. Quindi, presenterò non già una sua opera, ma un libro che ha a che fare con la sua opera per antonomasia: "La divina commedia" e più nel dettaglio con la prima cantica: l'Inferno. 

"La selva oscura – Il grande romanzo dell'Inferno" di Francesco Fioretti è il tentativo ben riuscito di  una "traduzione" che non "tradisce" l'originale, solo lo restituisce ai lettori di oggi in una prosa godibilissima. La prosa, quindi, il lessico, la sintassi concorrono efficacemente in questo "azzardo" letterario calcolato, ben bilanciato grazie alla competenza dello scrittore che ci rende delle pagine leggere nello stile, mantenendo comunque profondità di pensiero ed emozioni che sono assolutamente dantesche. 

Consigliato, quindi, a chi non ha mai avuto occasione di leggere l'Inferno; a chi lo avrà anche letto a scuola ma ne ha solo ricordi sbiaditi, agli insegnanti che potrebbero rendere ancora più "prelibata" una lezione su Dante.

In conclusione, aggiungo che Libri&altrove  dedicherà uno "Speciale Dante Alighieri" al "ghibellin fuggiasco" in 5 episodi podcast da ascoltare su Spotify. Sarà una vera sorpresa per diversi motivi. E poi...e poi...c'è dell'altro. Allora, se vi fa piacere, seguiteci e non perdetevi gli aggiornamenti sulle nostre iniziative.

Il giorno se ne andava. L'imbrunire, come sempre, sottraeva alle fatiche diurne tutti gli altri esseri animati. Lui solo invece (perché Virgilio non era che un'ombra, o forse una proiezione della sua anima affannata) si disponeva ad affrontare la sua lacerante esperienza, la guerra interiore tra il cammino attraverso il male e la pietà per i peccatori...

 E mentr’io li cantava cotai note,/ o ira o coscienza che ’l mordesse,/ forte spingava con ambe le piote’:  quora