Nel magnifico Palazzo Sant’Elia, in Via Maqueda, 81, a Palermo è ancora visitabile, fino al 30 maggio 2024, la meravigliosa mostra “Palermo Liberty – The Golden Age”. Si tratta dell'esposizione di ben 500 opere circa: disegni di architettura, bozzetti decorativi, manufatti di arti applicate, bellissimi arredi, dipinti e sculture, nonché arazzi, ceramiche, splendidi abiti e gioielli, prestati da ben 70 collezioni pubbliche e private. Ogni pezzo concorre a ricostruire quella ammirabile quanto irripetibile stagione incarnata dalla fioritura dello stile Liberty a Palermo, quella dei Florio che proiettarono la città in un contesto internazionale, rendendola protagonista culturale, sociale, economica. Per questo tale età la si può definire "Età dell'oro", durante la quale la città si distinse grazie al lavoro di grande qualità e raffinatezza di artisti tra progettisti, pittori, scultori, decoratori, artigiani che insieme a imprese produttive realizzarono una nuova città, pronta a rappresentare la modernità, interpretando soprattutto i gusti e le esigenze della borghesia cittadina. Veroprotagonista fu il geniale Ernesto Basile, che partecipò attivamente al cambiamento della città divenuta una delle maggiori capitali italiane del Liberty.
Nel magnifico Palazzo Sant’Elia, in Via Maqueda, 81, a Palermo è ancora visitabile, fino al 30 maggio 2024, la meravigliosa mostra “Palermo Liberty – The Golden Age”. Si tratta dell'esposizione di ben 500 opere circa: disegni di architettura, bozzetti decorativi, manufatti di arti applicate, bellissimi arredi, dipinti e sculture, nonché arazzi, ceramiche, splendidi abiti e gioielli, prestati da ben 70 collezioni pubbliche e private. Ogni pezzo concorre a ricostruire quella ammirabile quanto irripetibile stagione incarnata dalla fioritura dello stile Liberty a Palermo, quella dei Florio che proiettarono la città in un contesto internazionale, rendendola protagonista culturale, sociale, economica a livello europeo. Per questo tale età è stata definita "Età dell'oro", durante la quale la città si distinse grazie al lavoro di grande qualità e raffinatezza di artisti tra progettisti, pittori, scultori, decoratori, artigiani che insieme a imprese produttive realizzarono una nuova città, pronta a rappresentare la modernità, interpretando soprattutto i gusti e le esigenze della borghesia cittadina. Vero protagonista fu il geniale Ernesto Basile, che partecipò attivamente al cambiamento della città, divenuta una delle maggiori capitali italiane del Liberty.
Il simbolo scelto dai curatori per questa mostra è la cosiddetta “pupa del Capo”, cioè Demetra, opera a mosaico, protettrice dei cicli vitali del raccolto, che gli abitanti del mercato del Capo la assunsero come loro divinità protettrice. Qui, fino a poco tempo fa, era collocata come insegna dello storico panificio Morello, da dove è stata rimossa per essere restaurata e meglio conservata presso il Palazzo Ajutamicristo. “La pupa del Capo” è un esempio unico di quella fusione tra arte colta e cultura popolare, connotazione tipica del Liberty a Palermo.
E tra i pittori anche Paolo Vetri.
Pippo Lombardo