"Le otto montagne", romanzo di Paolo Cognetti, Premio Strega 2017, si presenta come un romanzo di formazione, un romanzo d'atmosfera, un romanzo sull'amicizia e un romanzo sulla ricerca della propria identità.
Pietro passa le sue estati con i suoi genitori, che lavorano a Milano e sono amanti della montagna, a Grana, sul Monte Rosa, dove conosce Bruno e con cui diverrà amico per la vita, fratello.
A dominare nel testo sono proprio le montagne, con i loro torrenti, la loro fauna, il loro cangiare colore lungo tutte le stagioni dell'anno; montagne che ti fanno sentire in cima al mondo, montagne immobili e salde, montagne che uccidono.
E Bruno, nativo ed esperto di quei luoghi, è un po' l'Arturo di Elsa Morante: lontano dal tran tran della città, puro come l'aria rarefatta dei ghiacciai, incontaminato come la terra dei pascoli erbosi.
Ciò che Cognetti rappresenta con il suo stile delicato e poetico è proprio la dolcezza della relazione tra Pietro e Bruno, un'amicizia eterna e slegata da qualsiasi vincolo convenzionale.
Loro ci sono e ci saranno sempre l'uno per l'altro, a prescindere dalla vicinanza, a prescindere dal tempo.
Come le montagne.
Carla D'Agristina
