C'è vita (teatrale) nel cuore della Sicilia

Una luce splende fra i monti, quei monti del centro Sicilia che patiscono isolamento e il triste fenomeno di uno spopolamento inesorabile e progressivo: quella luce è arte che palpita, illumina i pomeriggi e le serate di studenti e studentesse, impiegati, pensionati, casalinghe; arte che nasce dalla fervida, immaginifica produzione letteraria teatrale, che si fa voce e corpo sulla scena grazie al lavoro attoriale, diventa linguaggio ricco di molteplici codici espressivi e dona al pubblico la forza della vita vera grazie a cui immedesimarsi, soffrire, ridere, gioire, ripensare il proprio destino e il senso stesso dell’esistenza. Fra dicembre 2022 e gennaio 2023, a Calascibetta, nello spazio comunale del Cine teatro Contoli-Di Dio, è avvenuto il debutto di Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, per la regia di Tilde Di Dio, con la Compagnia dell’Associazione culturale Teatro Contoli Di Dio. Sala piena per le tre repliche, commozione, paura e adrenalina dietro le quinte, fame di scena ed emozioni condivise in platea, lacrime ma anche sorrisi e infine applausi, tanti applausi, per tre serate di grandissimo successo. Una scommessa, quella dell'associazione, il cui presidente è Pippo Acciaro, ed è guidata artisticamente da Tilde, che dopo il sold out e gli apprezzamenti unanimi, può dirsi ampiamente vinta. Parlare con Tilde significa, in qualche modo, ripercorrere la storia di una grande famiglia di artisti condensata nei due nomi, uniti per sempre nell’intitolazione del teatro xibetano, di Elisa Contoli e Angelo Di Dio, coppia sulla scena e nella vita, che ha costruito una parte significativa e altamente professionale, della storia del teatro, italiano e regionale, fra Otto e Novecento. Tilde, figlia di Elisa e Angelo, sorella della scrittrice Maricla, e di Nuccio, anche lui regista molto amato, scomparso giovanissimo, è una docente di Lettere. In pensione da qualche anno dalla scuola, ma non dall’arte, Tilde cura regie e adattamenti dell’Associazione Contoli Di Dio, compreso il nuovo, impegnativo allestimento dell’opera pirandelliana e così racconta questa nuova avventura: “ È stata una grande sfida confrontarsi con un testo e un linguaggio pregni di significati, con una complicata struttura drammaturgica e personaggi mai scontati che sembrano alla ricerca della verità, ma poi la negano o la occultano, in un gioco di specchi e rimandi che inquieta e allude alla complessità della vita e dei moventi, spesso ambigui, che muovono i nostri gesti quotidiani.”

Il testo teatrale, completato dall'autore agrigentino nel 1917 e rappresentato nello stesso anno, ha un antecedente narrativo nella novella La signora Frola e il signor Ponza, suo genero. È un'inchiesta, con il valore di una parabola folle e amara, sul senso della realtà, percepita come relativa, impossibile da conoscere. “Questa commedia è di una originalità che grida” ebbe a dire lo stesso Pirandello, e per la critica Beatrice Alfonzetti ha una fonte d'ispirazione in una novella raccontata nel romanzo Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo, di Laurence Sterne, nella quale, in chiusura, si affermava che la Verità sta in fondo a un pozzo. Il personaggio di Lamberto Laudisi, portato sulla scena dal bravo Claudio Castagna, è la voce, beffarda, diabolica e acutamente dialettica, delle riflessioni dell’autore, quel Pirandello costretto a misurarsi con le incongruenze della vita, dell’umanità, del retrivo e angusto ambiente borghese, delle stesse persone che gli vivono accanto, prima fra tutte, di Antonietta Portulano, la moglie amata e presto perduta nei gorghi della follia, afflitta a tal punto da manie di persecuzione, visioni allucinate, distorsioni della realtà, da richiedere un ricovero in una clinica per malattie mentali. Di fronte al dramma della pazzia, vera o presunta, i personaggi pirandelliani si agitano, postulano soluzioni insufficienti, danzano scompostamente l’assurdo della vita e la loro rivolta appare nient’altro che un vano dibattersi in un mondo più ampio, comunque e sempre, privo di senso. La novità di Così è (se vi pare), considerata da Pirandello stesso la sua opera più compiuta, forse anche più dei Sei personaggi in cerca d'autore, consiste proprio nel silenzio metafisico con cui si chiude ogni atto e la risata demoniaca di Laudisi che lascia irrisolti e aperti tutti gli interrogativi e i dubbi legati alla vicenda.

“La ricerca della Verità - prosegue Tilde – sfugge, appare inutile, illusoria e Lamberto, da buon alter ego dello stesso Pirandello, indica la via di una sostanziale presa di coscienza dell’impossibilità di vivere di certezze: forse solo questa ammissione può salvarci.”

In scena Antonella Leonardo, una signora Frola dotata di tremori e accensioni di ottima resa espressiva, Giuseppe Acciaro, Francesca Morgano, Salvatore Catalano, Graziella Daidone, Maria Liboria Soldano, Enzo Buscemi, Elisea Miano, Mario Colianni, Piera Dello Spedale, P. Maurizio Nicastro, Martina Acciaro; tutti bravi, compenetrati nel loro ruolo ed efficaci. Luci e audio sono stati curati al meglio da Roberto Ragusa così come i bei costumi e il trucco sono frutto del lavoro di Nella La Russa.

Elisa Di Dio

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