
"Il gatto che voleva salvare i libri"
Romanzo di Sōsuke Natsukawa
Un romanzo in cui i libri recitano un ruolo importante nella vicenda narrata è "Il gatto che voleva salvare i libri", di Sōsuke Natsukawa. La libreria Natsuki, speciale; Rintarō, un ragazzo speciale e soprattutto un gatto specialissimo: pensante e parlante. Appena tre soli elementi rappresentano la base su cui si eleva un'architettura narrativa di pregio, a mano a mano che si procede verso una rappresentazione favolistica sospesa tra visioni enigmatiche che racchiudono significati profondi.
In un mondo sempre più incomprensibile, in preda a una frenesia che non conosce tregua, la semplicità sembra l'unico rimedio efficace per riapprorpiarsi di ogni proprio respiro; la sottigliezza sembra l'unica soluzione percorribile per ossigenare il nostro cervello strizzato nella centrifuga delle angosce generate dalla vita moderna; l'emozione l'unico ristoro per un cuore gualcito. E la saggezza sfuggita agli uomini, ecco che si manifesta in un gatto: la morale sottesa al fine gioco letterario è abbastanza evidente.
Ne risulta così una favola che sembra una trina: le parole il filo prezioso, il ragionamento l'ago paziente che procede in un rincorrersi di disegni raffinati, flessuosi e labirintici. E i libri disposti lungo le pagine, come lungo gli scaffali, pronti a meravigliarci, solo che noi lo vogliamo, sottraendoci a qualsiasi tempo e a qualsiasi spazio per consegnarci a una dimensione estatica.
O lettrice, o lettore, non inganni l'apparente accessibilità! E oltre che si svela un candore inusuale.
Pippo Lombardo