Riti Pasquali tra passato, presente e futuro

di Pippo Lombardo

I riti pasquali diffusi nell'area mediterranea meridionale, con particolare riferimento alla tradizione cattolica, soprattutto in Spagna e in Italia, particolarmente quella del Sud, evidenziano stretti legami storici, culturali, sociali, relgiosi con antichissimi tradizioni pagane legate al culto della primavera e della fertilità, culti su cui si è sovrapposta poi la cultura cristiana diffusasi con maggiore vigore sul finire dell'evo antico e l'inizo del medioevo.

Il passato è rappresentato dalla dea Ishtar (1) - divinità femminile assiro-babilonese, risalente a 5 mila anni fa, da ricollegare al pianeta Venere. Era dea dell'amore, della guerra, ma con l'andare del tempo rafforzò sempre più i suoi caratteri di maternità e fertilità, soprattutto fuori dall'area mesopotamica; divinità multiforme anche ctonia che presiedeva alla rinascita della terra dopo l'inverno, manifestando in ciò molte affinità con la nostra Demètra. Nella cultura egizia il culto di Ishtar venne importato durante la XVIII dinastia (1543-1292 a.C.), originando probabilmente la dea Iside. Nella tradizione greco-latina divenne Astarte (2), a cui era dedicato a Erice, già a partire del 1300 a.c., un tempio, poi di Venere Ericina. Nella cultura di area anglosassone Ishtar si è mutata in Ēostre, da cui deriverebbe Easter, che in inglese significa appunto Pasqua.

E anche la tradizione delle uova pasquali (3) affonda le sue radici in età antichissima, sempre ricollegabili al culto della fertilità. Nell'antico Egitto venivano appese ai templi come simbolo di vita; in Babilonia e Cina, venivano usate per celebrare la primavera, per noi cristiani, oltre a questo, l'uovo pasquale simboleggia anche la tomba di pietra da cui Cristo rinasce a nuova vita.

Riguardo alle uova, in molte aree europee nell'alto Medioevo era usanza dipingere delle uova per poi cibarsene, mentre a partire dal XV secolo circa, a Pasqua per colazione si preparavano delle frittate con uova deposte il venerdì santo.

Ma ancora una volta l'uovo si riallaccia alla primavera in quanto le galline, prima dell'avvento degli allevamenti intensivi, riprendevano a depositarle proprio con le temperature primaverili.

Anche le infiorate inneggiano alla primavera, e non a caso spesso sono associate alle processioni pasquali, testimonianza che il cristianesimo mitigava aspetti pagani, in questo caso riallacciandosi all'entrata di Gesù in Gerusalemme il giorno detto oggi Domenica delle palme.

Anche il sangue, altro elemento dei riti pasquali, si riallaccia al paganesimo, il sacrifico di Attis (4) che si evira, diventato poi simbolo di fertilità, quindi in qualche modo anche questo mito si ricollega alla rinascita, acquistando un significato propiziatorio come le uova.

Se Costantino aveva fatto chiudere templi pagani in cui questi riti cruenti si tramandavano da tempo, perchè voleva venire incontro alle richieste del cristianesimo nascente di estirpare le tradizioni pagane, accade poi che dopo il Mille, ma soprattuto dopo gli atti tridentini, il sangue rientra a far parte della nostra tradizione nei riti pasquali, con una notevole insistenza nelle rappresentazioni sacre del Cristo flagellato, trafitto dalle spine, inchiodato, e ferito nel costato. Addirittura in certe aere del Mezzogiorno gruppi di fedeli si procurano ferite con autoflagellazioni, come i Vattienti (5) di Nocera Terinese, in Calabria. A queste tradizioni folkloriche, legate al linguaggio del sangue, l'antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani, calabrese, dedica il suo memorabile De sanguine, dove tra l'altro spiega il valore simbolico del sangue come generatore di vita, come garante di vita.

La cultura cristiana perciò trasmette i suoi elementi dottrinali anche attraverso questi riti che hanno un forte valore di identità, una forte funzione aggregante, perchè rendono collettive emozioni che si radicano nella gente, nel popolo, assumendo sempre più caratteri marcatamente popolari, a volte subculturali, che purtuttavia si rialacciano a nobili tradizioni figurative, estetiche, come La Crocifissione di Cranach (6), Incoronazione di spine (7) di Tiziano, Pietà (8) di Michelangelo, Mater dolorosa (9) di Carlo Dolci, ecc...

L'arte figurativa rappresenta la realtà, la immagina, e ce ne restituisce una parvenza che sollecita l'immedesimazione, rendendoci partecipi di una storia, quella di Gesù e Maria, tragica, dove il buono, il giusto soccombe inesorabilmente alla ferocia dei potenti, all'ingiustizia umana, fino a quando tutta la soffferenza ostentata e accumulata durante i riti non si dispiega nel trionfo della resurrezione che è un ritorno alla vita, un ristabilire i giusti equilibri tra Bene e Male, col trionfo del primo, della luce sull'oscurità, infondendo speranza nelle folle che invadono chiese e strade. Ebbene, i simulacri dei riti pasquali perseguono questi fini, spingono alla condivisione di sentimenti umani profondi e anche per questo la Chiesa li ha sempre incoraggiati e promossi.

L'arte fotografica, però, fa qualcosa di più. Intanto ha la possibilità di sottrarsi al potere clericale, ma soprattuto riesce a cogliere una realtà, che si presenta a noi così com'è, ubbidendo solo all'estro del fotografo artista. E immortalando con degli scatti i riti pasquali ci restituisce due piani della realtà: uno è quello della rappresentazione del divino attraverso manufatti artistici come i simulacri dell'Ecce Homo, della Pietà, dell'Addolorata; l'altro, quello più interessante, è il piano incarnato dalla folla, dall'umanità che si agita, dai fedeli che si commuovono, andando persino in delirio, a seconda delle varie e differenti tradizioni pasquali che si celebrano in ogni angolo della cristianità.

Ecco la forza delle foto di Erminio Gattuso e Andrea Lattuca, che condensano tutto questo in uno scatto, certamente con abile maestria, ma soprattutto con profonda sensibilità. E proprio questa sensibilità che fa la differenza tra le loro fotografie e le tantissime che si scattano durante i riti pasquali invadendo il mondo, il web.

E chiudo con due domande: 1) cosa resterà di questi riti? 2) fino a quando rappresenteranno un ultimo baluardo contro una società sempre più tecnologica, alienante, che induce all'isolamento, e purtroppo anche all'indifferenza?

Nessuno a oggi sa rispondere con certezza a queste domande.

E allora penso che la fotografia potrebbe assumere la funzione estetica e anche etica di testimonianza di una tradizione dagli alti valori umani, sociali, culturali, religiosi che diventino viatico per le nuove generazioni, che diventino palestra di vita per rafforzare la loro e la nostra sfera emotiva che ci salvi da quel processo di disumanizzazione a cui assistiamo sempre più in questo mondo da salvare.

Foto di Erminio Gattuso (10-11-12-13-14)

Foto di Andrea Lattuca (15-16-17-18-19)

 

1) Ishtar - divinità femminile assiro-babilonese, risalente a 5 mila anni fa.
Rilievo Burney - British Museum - Londra

2) Astarte - Statuetta in calcare (prima metà VI sec. a.C.)
81 cm x 54 cm x cm 43
Kunsthistorisches Museum -Vienna

3) Uova pasquali decorate a mano

4) Attis -  Testa in marmo – II sec. d.C.
Museo e parco archeologico di Egnazia

5) VATTIENTI
Riti pasquali di Nocera Terinese

6) Crocifissione di Lucas Cranach
Olio su tavola (1503) – cm 138 x cm 93 – Alte PinakotheK – Monaco di Baviera

7) Incoronazione di spine
di Tiziano Vecellio
Olio su tela (1542-1543) - cm 303 x cm 180 – Museo del Louvre - Parigi

8) La pietà di Michelangelo
Scultura in marmo bianco di Carrara (1497-1499)
cm 174 x cm 195 x cm 69 – Basilica di San Pietro - Roma

9) Mater dolorosa di Carlo Dolci
olio su tela (1650 ca) - cm 67 x cm 82,5
Museo nazionale di arte occidentale - Tokjo

10) Erminio Gattuso -Venerdì Santo - Piazza Armerina

11) Erminio Gattuso - La discesa dalla Croce - Aidone

12) Erminio Gattuso - Ingresso a Gerusalemma - Aidone

13) Erminio Gattuso - Venrdì Santo - Aidone

14) Erminio Gattuso - Cristo risorto - Aidone

15) Andrea Lattuca - Addolorata - Enna

16) Andrea Lattuca - Ecce Homo - Enna

17) Andrea Lattuca - I misteri - Trapani

18) Andrea Lattuca - Addolorata - Palazzolo Acreide

19) Andrea Lattuca - Il Venerdì Santo - Barrafranca

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